DEGENERAZIONE MACULARE

DEGENERAZIONE MACULARE

DEGENERAZIONE MACULARE

La degenerazione maculare senile (DMS) è la principale causa di perdita della visione dopo i 55 anni di età nei paesi occidentali. In Italia si stima che tra gli ultracinquantenni, le persone colpite potrebbero essere oltre 3,5 milioni. Oltre gli 80 anni potrebbe colpire il 75%. Viene compromessa la porzione centrale della retina, che si chiama macula, che è preposta alla visione nitida  e alla percezione dei colori.  Giocano un ruolo chiave i danni dovuti ai processi ossidativi a livello cellulare. All’inizio, soprattutto se è interessato un solo occhio, la malattia non dà sintomi rilevanti. Poi, può comparire una riduzione della visione centrale: per esempio, le parole che si leggono sono sfuocate, c’è un’area scura o vuota al centro del campo visivo, le linee dritte sono percepite come distorte. La distorsione delle immagini è già un sintomo grave. Ai primi sospetti, rivolgersi all’oculista. Esistono due forme di DMS: secca, riguarda il 90% dei casi ed è associata all’età e umida. E’ la forma peggiore e di solito progredisce più velocemente. Si osserva soprattutto nei fumatori.
Le cause. L’età è uno dei fattori principali che si associa alla degenerazione maculare. Più invecchiamo e maggiore è il rischio di esserne affetti. Per esempio, verso i 50 anni il rischio di ammalarci aumenta del 3%, mentre a 75 anni questo sale al 30%. Ma ci sono altre cause:
– Sesso: le donne sono più colpite degli uomini.- Razza: la popolazione bianca rispetto alle razze più pigmentate.- Ereditarietà: è riconosciuta una certa predisposizione familiare.- Fumo: i fumatori sviluppano la malattia 5-10 anni prima rispetto ai non fumatori e hanno il doppio del rischio di andare incontro alla forma cosiddetta “umida”, la peggiore e quella che progredisce più velocemente e che è responsabile dell’80% delle cecità legate alla DMS.- Sole: l’eccessiva esposizione alla luce solare durante la vita sembra essere un fattore di rischio.
– Diabete.
– Obesità.
– Ipertensione.
– Operazione per la cataratta: recenti studi hanno messo in evidenza che tra coloro che hanno subito un intervento per cataratta il rischio di sviluppare la DMS aumenta di 3,8 volte.
La DMS è quindi una patologia dovuta  ai processi infiammatori-degenerativi che si associano ad alti livelli di radicali liberi e lipoperossidazione. Il fatto che questi processi si localizzino nella retina non deve far pensare che la stessa cosa non avvenga anche nel resto del corpo. Uno studio apparso sulla rivista JAMA (Journal of the American Medical Association) nel 2004 metteva in evidenza che i valori della PCR (Proteina C Reattiva) sono più alti nei soggetti con DMS  rispetto alle persone non affette da questa malattia. I livelli erano particolarmente alti nei soggetti con forme gravi e tra coloro che fumavano (valori il doppio più alti)[1].
Vi ricordo che la PCR si è recentemente affermata come un importante indice di rischio vascolare, certamente più significativo della colesterolemia. A questo proposito, è interessante notare che tra le persone affette da cataratta e DMS il rischio di morire per malattia cardiovascolare e per tumore è superiore del 55%.
Molti fattori possono concorrere all’aumento dei radicali liberi e ai processi cronici infiammatori nel corpo. Tra tutti, un’alimentazione povera di nutrienti e di fattori protettivi gioca un ruolo importante. Diversi studi hanno mostrato che nei pazienti con DMS i livelli di licopene, luteina e zeaxantina sono in genere bassi. Anche la carenza di zinco influisce molto. L’occhio ha livelli particolarmente alti di questo minerale, soprattutto nella retina. Si anche visto che la carenza di zinco si associa a bassi livelli di vitamina E.
Una dieta ricca di carboidrati  raffinati influenza negativamente i livelli di glicemia ed è un grave fattore di rischio per la  DMS. I ricercatori credono che alimenti come pane bianco, riso, patate e pasta siano coinvolti nella perdita della vista, che per altro si accompagna a volte al diabete: in effetti le lesioni agli occhi presenti nei diabetici e nei pazienti con degenerazione maculare si assomigliano molto[2]. Al contrario, zuccheri e cereali non raffinati contengono sufficienti quantità di cromo e vitamine del gruppo B  e sono molto meno dannosi.  E’ comunque bene tenere sotto controllo il consumo globale di carboidrati.
Per quanto riguarda i grassi, uno studio ha messo in evidenza che il pericolo sta nel tipo di grasso consumato piuttosto che nei grassi alimentari in generale. Quali sono? Sono i grassi contenuti nei cibi processati industrialmente, come quelli idrogenati e gli oli vegetali polinsaturi e monoinsaturi raffinati[3].
Un altro pericolo che si nasconde nei cibi processati è il glutammato monosodico. Recenti studi hanno mostrato che coloro che soffrono di diabete, degenerazione maculare, retinite pigmentosa e glaucoma hanno notevoli quantità di glutammato monosodico nei fluidi degli occhi [4].
Terapie. La terapia fotodinamica è il trattamento attualmente usato. Si inietta una sostanza fotosensibile (verteporfina) che va ad aderire all’endotelio del vasi neoformati. La verteporfina depositata viene quindi attivata con un laser non termico, e la reazione che ne consegue porta alla chiusura per trombosi dei vasi anomali. La retina adiacente non viene danneggiata. Di regola sono necessari più trattamenti nell’arco di 1-2 anni.
Attenzioni e cure naturali. L’anzianità non è necessariamente una condanna alla degenerazione maculare. C’è chi arriva oltre gli 80 anni con un’ottima vista. Vediamo cosa si può fare per prevenire e favorire il miglioramento.
– Limitate il consumo globale di carboidrati ed in particolar modo di quelli raffinati.
– Consumate ortaggi freschi “colorati”, a patto di condirli generosamente con buoni grassi, altrimenti i fattori di protezione liposolubili, tra cui la luteina, la zeaxantina e il licopene verranno scarsamente assorbiti. Anche il regolare consumo di alghe può apportare importanti fattori protettivi.- Consumate frutta fresca. Tra la frutta, i mirtilli sono i più indicati e i più ricchi di sostanze benefiche per gli occhi. Pigmenti e vitamina C hanno la funzione di rafforzare i capillari che portano i nutrienti ai muscoli e ai nervi dell’occhio.
– Consumate alimenti ricchi di nutrienti come, pesce, uova e formaggi, tutti possibilmente di animali non stabulati. Per quanto riguarda le uova, uno studio ha messo in evidenza che il consumo di 1,3 tuorli d’uovo al giorno da parte di soggetti anziani è stato sufficiente ad aumentare sensibilmente i loro valori plasmatici di luteina (del 38%) e di zeaxantina (del 128%)[5]. Le uova di gallina ruspante sono decisamente più ricche per quanto riguarda questi due preziosi fattori. Inoltre, la luteina delle uova è molto più assimilabile dal nostro organismo rispetto a quella contenuta negli spinaci[6]. Infine, dalla luteina il nostro organismo produce la meso-zeaxantina, che negli alimenti non si trova affatto. La meso-zeaxantina  si accumula a livello della retina, come la luteina e la zeaxantina, aumenta i pigmenti presenti nella macula e migliora la visione. Un occhio affetto da degenerazione maculare ha il 30% in meno di meso-zeaxantina rispetto ad un occhio sano [7].
– Consumate alimenti ricchi di zolfo, come aglio, cipolle, asparagi e uova. Le sostanze solforate sono preziose per l’equilibrio e la riparazione del connettivo.
– Evitate il più possibile oli vegetali, come quelli di mais, colza, girasole, arachidi e soia. Nonché margarine. State attenti, perché questi oli, spesso idrogenati,  sono diffusissimi nei prodotti commerciali, ma spesso anch artigianali: biscotti, crackers, grissini, torte, merendine, gelati, ecc.
Integratori. Secondo recenti studi l’impiego terapeutico di integratori a base di sostanze antiossidanti e di componenti del pigmento maculare quali la luteina e la zeaxantina sarebbe molto utile soprattutto nelle fasi iniziali della patologia[8]. Tutti i fattori protettivi per la salute debbano essere assunti dagli alimenti, perché nel cibo agiscono sempre in sinergia con le altre sostanze presenti. Tuttavia, se necessario è vantaggioso ricorrere ad appropriate integrazioni.  Molti di questi prodotti sono liposolubili e dovrebbero quindi essere sempre assunti con alimenti grassi.
Omega-3 – il DHA deve prevalere o essere addirittura da solo.  La retina è ricca di questo fattore.
Curcuma – la curcumina  ha una notevole azione antinfiammatoria, capace di abbassare la PCR. Inoltre, riduce gli AGEs (prodotti avanzati della glicosilazione avanzata) ed è un potente antiossidante nei confronti dei radicali liberi. Gli AGEs, sostanze tossiche che danneggiano le proteine vitali,  vengono prodotte da una dieta ricca di zuccheri: gli zuccheri,  attraverso una reazione non-enzimatica,  si legano irreversibilmente con aminoacidi liberi, lipidi e acidi nucleici. Assumete la curcuma con un mezzo grasso, come per esempio il burro di ghee.
Acido alfa-lipoico – è un potente antiossidante. Inoltre, riduce la tossicità del ferro e abbassa i livelli di mercurio.
Magnesio – Protegge i neuroni della retina, riduce l’infiammazione e migliora il livello energetico delle cellule. Inoltre, protegge il cervello, previene l’aterosclerosi e la sindrome metabolica. Il sangue e i nutrienti che esso trasporta per raggiungere le cellule della retina  devono passare attraverso la membrana di Bruch, che con l’età tende a diventare ispessita e calcificata. Il magnesio ha la funzione di impedire o rallentare questo processo.
Ginkgo biloba – uno studio tedesco ha mostrato che questa pianta migliora la visione nelle persone affette dalla forma secca di degenerazione maculare. Nonostante che abbia trovato un oculista contrario per l’effetto troppo forte della pianta nel caso della maculopatia miopica di mia mamma, la maggior parte dei testi e dei siti indicano questa pianta come indicata per la cura e la prevenzione della maculopatia.
Mirtillo (complesso antocianosidico) – rafforza  i capillari. La parte posteriore della retina è protetta dalle radiazioni solari da un pigmento scuro di melanina. Tuttavia, questo pigmento tende a scomparire con l’età e la degenerazione maculare peggiora. I pigmenti vegetali presenti nei frutti di bosco ed in particolare nei mirtilli mimano la funzione dei pigmenti fisiologici.
Vitamina E e Selenio organico –  a livello della retina ci sono delle cellule che si chiamano RPE (retinal pigment epithelium) che hanno la funzione di pulire le altre cellule dai rifiuti, che altrimenti si accumulerebbero con gravi conseguenze. Le cellule RPE fanno il loro prezioso lavoro tramite un antiossidante chiamato glutatione perossidasi, prodtto a partire dalla vitamina E e dal selenio.
Luteina e zeaxantina – sempre meglio assumerli con la dieta, ma se proprio necessario ricorrere agli integratori. Oltre a quello che ho già detto su questi due fattori, voglio segnalarvi un altro studio condotto sugli ultrasessantenni: coloro che avevano adeguati livelli di luteina e zeaxantina nella retina conservavano una vista simile a quella dei ventenni [9].

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[1] Blaylock R. Protecting yourn eyes. The Blaylock wellness report. Vol. 3 No5.
[2] 1) The American Journal of Clinical Nutrition October, 2007; 86(4):1210-8. Science Daily November 27, 2007
[3] Archives of Ophthalmology August 2001;119:1191-1199
[4] Blaylock R. Protecting yourn eyes. The Blaylock wellness report. Vol. 3 No5.
[5] Handelman GJ et al. Luetin and zeaxanthin concentrations in plasma after dietary supplementation with egg yolk. Am J Clin Nutr. 1999, 70:247-251.
[6] McNamara DJ. Egg Nutrition: what’s new.  Egg nutrition center Washington DC ENC Celebrating 25 years of nutrition research and health education (1979-2004).
[7] The missing link  in combating macular degeneration. Report 2006 www.lef.org
[8] Ophthalmology, 2003; 110, 51-60

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